Precisiamo che articoli, recensioni,
comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo
se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice
comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione),
pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata. |
UN PRETE Ma l'amministratore del teatro va avanti: Segnalato da: Martha |
Sull'argomento abbiamo già pubblicato un altro articolo, "ENCOMIABILE E LODEVOLE REAZIONE", nel presente trattiamo invece della detestabile, riprovevole e scandalosa azione di un viceparroco, che con pretestuose e ipocrite argomentazioni si pone contro l'esposizione della Croce. La Redazione Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi |
(05 novembre 2009) «Caro Antonio, ti prego, togli la croce dalla facciata del Teatro Bellini! Non so cosa ne pensino preti (1) e vescovi della tua iniziativa, come dell'altra di consacrare il teatro alla Madonna, ma conoscendo l'humour clericale, credo che, sotto i baffi, si stiano facendo una bella risata». |
(1) Ma perché? lui non è un prete?! E se avanza simili dubbi vuol dire che conosce bene quelli della sua razza: non accettano la Croce e non accettano la Madonna! Che ridano pure... alla fine saranno loro a piangere... eternamente! e con stridor di denti! |
Il viceparroco della chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Catania, padre (2) Salvatore Resca, boccia (3) così l'iniziativa del sovrintendente del teatro Bellini, Antonio Fiumefreddo, che ha fatto appendere una grande croce di legno sulla facciata del Teatro per protestare contro la decisione della Corte europea di Strasburgo che nei giorni scorsi ha bocciato l'esposizione dei crocifissi nelle scuole. |
(2) Padre di chi o di cosa? I buoni cattolici rifiutano decisamente simili patrigni. |
«Anche Cristo, dall'alto dei cieli, vedendosi appeso fra Violetta e Norma (4) —dice il sacerdote in una lettera aperta a Fiumefreddo— credo stia sussurrando: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno". La croce non si appende alle pareti (5); i cristiani sanno che si carica sulle proprie spalle per incamminarsi con essa dietro Gesù Cristo. Il Vangelo è una cosa seria (6). Un luogo come un teatro, a prescindere da ciò che accade all'interno delle sue mura, non è il più adatto per metterne in evidenza le esigenze (7)». |
(4) Eh sì, il sig. Resca giudica peccaminoso appendere la Croce tra Violetta e Norma, ma si sa, i preti modernisti trattano la morale a proprio piacimento... Comunque, intanto la Croce è stata esposta non tra due attori (quindi il Resca non imbrogli e non faccia poesia a buon mercato), ma sulla facciata di un pubblico edificio a dimostrare una Fede certa, che un incaricato della cosa pubblica vuol dimostrare, professare e affermare, e questo di sicuro non è peccato, anzi è atto doveroso e meritorio! Di conseguenza il sig. Resca si esprime molto a sproposito, primo perché il Sovrintendente sa quel che fa [un atto di Fede], e lo fa bene, secondo perché la citazione è del tutto fuori luogo. |
Il sovrintendente Fiumefreddo rifiuta il consiglio e replica: «Caro Salvatore, mi spiace, non ci sto e non posso starci, da cristiano e cittadino (8). Oggi più che mai il Crocefisso, con tutto ciò che significa e rappresenta, ritengo invece vada appeso ovunque possa portarsi con Esso testimonianza di quei valori di Amore e Fratellanza che incarna. Coscienze assopite e timorose stanno lasciando spazio a dottrine violente e intolleranti. Mi spiace che persino dall'interno della Chiesa (9), si alza questa tua voce che pretenderebbe (10) di stabilire in che modo ed in quale circostanza vada manifestata la propria Fede». |
(8) Che bella lezione di Fede e di Morale! Una volta erano i preti che dicevano "Non possumus, non volumus...", ora sono i sovrintendenti di un teatro... (9) Ecco lo scandalo! "Guai all'uomo per causa del quale avviene lo scandalo!" (Mt 18, 7) |